|
|
|
on air >
on air
|
CORNELIA BADELITA
1. Titolo
Quando giochi pensi a ciò che hai studiato o quando studi pensi al gioco?
tecnica: olio su tela
dimensioni: 24 x 60 cm
anno 2017
Due tele che si uniscono, si rispecchiano e creano un'immagine compiuta nata dal riflesso e dalla riflessione.
È un lavoro che si ispira al pensiero di Gramsci su formazione e cultura - (La cultura è) disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore — e all'amore per lo studio che Gramsci intende trasmettere ai suoi figli tramite le lettere scritte in carcere:
Quando giochi pensi a ciò che hai studiato o quando studi pensi al gioco?
Ma il cervello senza mani a che avrebbe servito?
2. Titolo
Casa di bambola
tecnica: olio su tela
dimensioni: variabili
anno 2017
Progetto ispirato alla recensione di Antonio Gramsci sull'opera teatrale Casa di bambola di Ibsen, rappresentata al Teatro Carignano di Torino nel 1917.
48 piccole tele (8×6cm ciascuna) che contengono ritratti femminili alternati a oggetti, utensili di lavoro e oggetti casalinghi con al centro il ritratto dell'attrice Emma Gramatica, la protagonista che, nei panni di Nora Helmar, raffigura il nuovo volto della donna:
(...) cercare solitariamente se stessa, per scavare e rintracciare nella profondità del proprio io le radici robuste del proprio essere morale, per adempiere ai doveri che ognuno ha verso se stesso prima che verso gli altri (...)
(...)non è più solamente la femmina che nutre di sé i piccoli nati (...) ma è una creatura umana a sé, che ha una coscienza a sé, che ha dei bisogni interiori suoi, che ha una personalità umana tutta sua e una dignità di essere indipendente.
citazioni tratte da
La morale e il costume recensione di Antonio Gramsci su Casa di bambola di Ibsen,
“Avanti” - Cronache Teatrali, 22 marzo 1917
Marcello Nocera nella sequenza di “Walking Man”, ripercorre le orme di Gramsci bambino e ragazzo, da Ales a Ghilarza passando per Santu Lussurgiu. Fotografa con un filtro rosso territori deserti, campi, alberi, sassi, profili di case in rovina. In bianco e nero, invece, gli interni di abitazioni abbandonate con le finestre spalancate, il pavimento coperto di fogli, i vetri in frantumi, i materassi squarciati. In questi spazi che sono per lui prigioni a cielo aperto, trova il senso della solitudine e la malinconia della dimenticanza.
Nicola Testoni
Una testa di Gramsci in creta rossa, con sul naso gli occhiali d’ottone. Una scultura, dunque, in una evocazione fisica affiancata da dipinti a olio. Che rappresentano tre soggetti: il pane e l’acqua delle diete carcerarie, il gufo, la pianticella di limone di cui il prigioniero chiedeva notizie dalla cella. Colori caldi alternati ai freddi, e molti disegni preparatori, per la sintesi della breve vita di un uomo immortale.
(Gramsci Cartec
Fontana, Nocera, Testoni )
“Mandami notizie sulla pianticella di limone”.
Tre sguardi sulla vita breve di un uomo immortale.
Sulla sua curiosità, sul suo tenersi vivo preoccupandosi degli altri, sulla sua fiducia nell’intelligenza, sulla sua attenzione a cose trascurabili come una pianticella di limone .
Marta Fontana dedica ai “Ricordi politici e civili” di Antonio Gramsci un’installazione che si richiama all’eredità spirituale di un razionale cui non erano estranei i toni poetici. Libri come mattoni a formare muri, in un’opera fatta di pagine e di terra cruda, di scritti battuti a macchina, di tracce di ocra e manganese. E di trappoline per gli uccelli con un’oliva per esca: attraente e pericolosa, come la conoscenza.
Marcello Nocera ripercorre i passi di Gramsci bambino e ragazzo, da Ales a Ghilarza passando per Santulussurgiu. Fotografa con un filtro rosso territori deserti, alberi, campi, profili di case in rovina. In bianco e nero, invece, gli interni di abitazioni abbandonate con le finestre spalancate, i vetri in frantumi, i pavimenti coperti di polvere e foglie. In questi luoghi disertati, unica presenza è la malinconia.
Nicola Testoni ha modellato una piccola testa di Antonio Gramsci in creta rossa. Sul naso, gli occhiali in ottone. Una scultura, dunque, per un’evocazione fisica affiancata da dipinti a olio dai soggetti emblematici. Sui quadri, un’alternanza di colori freddi e caldi per il pane e l’acqua delle penitenziali diete carcerarie del Vecchio Gufo Rivoluzionario, per gli alberelli immaginati al di là delle sbarre.
Nicola Testoni nato a Carbonia nel 1978, si diploma presso l’Accademia di belle arti di Bologna nell’anno accademico 2003/2004, nel corso principale di pittura del Prof. Massimo Pulini, e con una tesi in Anatomia Artistica dal titolo: “Dietro il volto, la norma, la forma, la rappresentazione.” sotto la direzione del Prof. Alberto Lolli. Nel 2003 è tra i finalisti del Premio di incisione Giorgio Morandi e viene segnalato nel catalogo dello stesso per la qualità dell’opera presentata.
Dal 2006 vive e lavora in Sardegna. La sua ricerca si rivolge totalmente all’elaborazione di un linguaggio pittorico personale, che affonda le sue radici nella tradizione simbolista europea.
“Nelle opere di Nicola Testoni affiorano, come un relitto al ritiro delle maree, i valori della sopravvivenza (e) del figurativo, che il naufragio di questa poetica, nel secolo scorso, ha segnato in modo indelebile. La sua poetica degli oggetti (in particolare quella della natura morta e dei ritratti) è tutta intrisa di una tensione ontologica, in cui gli oggetti stessi, come in un itinerario memoriale, compongono un vero e proprio bestiario magico(….)” (Prof. Mauro di Vito).
Principali Esposizioni
fondazione per l’arte bartoli - felter viale trieste, 57 - 09123 cagliari
ANTONIO LA GROTTA
33 + 1 vedute di Via Gramsci
34 cartoline originali (viaggiate) (14,8x10,3 cm ciascuna cartolina),
fotografie ai sali d’argento, copia unica, 2017
In una lettera del 19 maggio 1930 Gramsci scrive:
Io sono sottoposto a vari regimi carcerari: c'e? il regime carcerario costituito dalle quattro mura, dalla grata, dalla bocca di lupo (…). Quello che da me non era stato preventivato era l'altro carcere, che si e? aggiunto al primo ed e? costituito dall'essere tagliato fuori non solo dalla vita sociale ma anche dalla vita familiare.
L’8 novembre 1926 Gramsci venne arrestato nella sua casa e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, nonostante l’immunità parlamentare di cui godeva.
Trascorse un periodo al confino a Ustica, poi, il 7 febbraio 1927, fu rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore. Il 28 maggio 1928 di fronte al Tribunale Speciale Fascista inizio? il processo con l’accusa di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe.
Il 4 giugno Gramsci venne condannato a vent’anni quattro mesi e cinque giorni di reclusione; il 19 luglio raggiunse il carcere di Turi, in provincia di Bari.
Antonio Gramsci muore nel 1937, dopo undici anni di prigione.
Negli anni della reclusione inizia la scrittura dei Quaderni del carcere, 33 o forse 34.
L’esistenza di quest’ultimo e? ancora oggi diatriba tra gli storici, in quanto non e? mai stato trovato ma si presuppone che fosse stato scritto.
33 + 1 vedute di Via Gramsci e? un lavoro sulla memoria del grande uomo di cultura.
33 sono le cartoline, un unico oggetto/soggetto, come 33 sono i quaderni di Antonio Gramsci +1 cartolina, con l’immagine girata e quindi nascosta alla vista, forse il 34 quaderno.
Le cartoline illustrate venivano utilizzate per promuovere le bellezze artistiche e naturali di un luogo.
Le cartoline di Via Gramsci non sono necessariamente luoghi interessanti o di particolare bellezza ma rappresentano un luogo di ricordo: ci dimostrano che l’isolamento di Gramsci non e? stato sufficiente a far dimenticare l’uomo politico e il filosofo al punto che, quasi come un riscatto personale, il suo nome e l’affetto per lui suscitato si diffondono in tutta l’Italia dove, dalla citta? più grande al paese di sole poche anime, gli viene dedicata una via.
Doppia e? quindi la valenza dell'immagine: Via Gramsci ci descrive l'Italia urbana degli anni 50-60 e contemporaneamente ci dice quanto importante fosse la figura di Antonio Gramsci.
Difatti il tipo di veduta scelta per una cartolina, fra le molte proposte, parla del carattere e dei sentimenti di colui che invia la missiva e ne rappresenta la cultura del tempo.
In particolare la cartolina illustrata racchiude il messaggio nell’immagine riprodotta in tanti esemplari ed è quindi espressione di costume.
Antonio La Grotta www.antoniolagrotta.eu
SIMONE MARTINETTO
LA VOCE DI GRAMSCI (storie)
La voce di Gramsci è ancora viva. Le sue corde vocali non vibrano più, ma l’aria oggi può essere mossa nuovamente da chi legge i suoi scritti. Quando ho letto alcuni suoi libri ho pensato a come poterli riattualizzare e rendere nuovamente vivi. La video-installazione che qui vedete risponde a questo mio tentativo e ricerca. Nonostante lavori con il cinema da tanti anni, ci tenevo a coinvolgere tre persone reali e non tre attori. Ero in cerca di tre persone, che con le loro storie, potessero incarnare a pieno tre testi di Gramsci. Così ho scelto Antonio, che fa l’operaio, che era per me la persona giusta per incarnare il testo su “animalità e industrialismo” preso dai Quaderni del Carcere. Osazee Matthew che lavora come lavapiatti e aiuto cuoco, era la persona giusta per dare una più attuale chiave di lettura al testo sullo sfruttamento del Nord sul Sud, scritto pensando all’Italia e sempre attuale ma che qui diventano anche il Nord ricco e il Sud del mondo. E infine Salah che incarna in pieno il famoso testo di Gramsci “Odio gli indifferenti”, perché ha preso parte e non è rimasto indifferente contro la dittatura nel suo paese e ha pagato in prima persona per questo.
La video-installazione e le fotografie in mostra parlano da sé e non è indispensabile aggiungere parole e spiegazioni. Mi pare però che conoscere un pizzico delle storie delle tre persone scelte può soddisfare la curiosità di alcuni e magari aggiungere un valore sociale e politico. Ecco quindi qualcosa che so di loro e il motivo per cui li ho scelti e filmati.
Antonio viene dalla Puglia ed è salito al nord diversi anni fa. Ha fatto per diversi anni il rappresentante, con un buono stipendio, ma da quando ha perso il lavoro è riuscito a trovare solamente un posto da operaio. Ora lavora come operaio in fabbrica per 8 o 9 ore al giorno. Antonio ha una mente libera e molte passioni, tra cui la più grande è la musica. Durante il lavoro non si può ascoltare musica in fabbrica per questioni di concentrazione e poi ci sono già le macchine che con i loro suoni a fare da padroni. Allora Antonio, mentre lavora, spesso canta o si esercita facendo vocalizzi e scale musicali imparate a lezione di musica oppure compone musica inventando nuove melodie che la sera proverà con più calma a casa. Il lavoro in fabbrica è ripetitivo e a volte un po’ noioso e sedentario, per una mente creativa e attiva come quella di Antonio. Ma lui sa trovare altrove la sua libertà. E il suo pensiero spesso percorre strade per nulla conformiste.
Osazee Matthew è scappato dalla Nigeria e venuto in Italia circa dieci anni fa’ e da quest’anno lui e sua figlia di 2 anni hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Nel suo paese ha denunciato un broglio elettorale che ha portato alla vittoria un partito rivale rispetto a quello dove lui lavorava. Osazee ha fatto il venditore ambulante, come molti altri africani, per alcuni anni vendendo per strada fazzolettini e altri oggetti. Attualmente lavora come lavapiatti, aiuto cuoco e cameriere presso un’osteria e ha un regolare contratto di lavoro. Osazee mi ha detto che in Nigeria lo sfruttamento dei paesi ricchi, i paesi del Nord, è una cosa evidente e che gli aiuti non interessati sono pochissimi. Quello che interessa è sfruttare le risorse naturali e molti paesi Europei vanno in Nigeria solo per usare le loro risorse (petrolio, diamanti e il coltan, di cui sono fatti molti dei nostri cellulari) senza restituire un adeguato compenso / scambio per quello che prendono.
Salah è un rifugiato politico, fuggito dal suo paese perché a rischio di essere ucciso e giustiziato. Perché contrario al regime dittatoriale, Salah non è rimasto indifferente, ha preso parte, si è schierato e ha lottato per cambiare le cose. E ha pagato per il suo essersi schierato, in maniera non troppo diversa da come ha pagato anche Gramsci.Per questo è stato torturato atrocemente per più di un mese e messo in carcere per circa 7 anni. Come atto di pura violenza gratuita, nonostante lui si fosse dichiarato disponibile all’arresto, hanno ucciso persone a lui molto care di cui non posso qui dire di più e di cui vi risparmio i dettagli agghiaccianti che mi ha raccontato. Salah ora dorme su una brandina in un seminterrato di un’organizzazione religiosa. Salah ha una buona cultura e continua ogni giorno a documentarsi sulla politica e sull’attualità. Attualmente non ha un vero lavoro anche se fa vari lavoretti per l’organizzazione che lo ospita. Si sveglia spesso durante la notte quando nella sua mente riaffiorano immagini delle atrocità che ha visto e vissuto.
Verso Gramsci CARTEC
Badelita, La Grotta, Martinetto
Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini (...). Antonio Gramsci da Socialismo e cultura, Il Grido del popolo.
Questa pregnante sintesi concettuale, ha guidato le ricerche espressive dei tre artisti, risultando essenziale per una mostra che, attraverso simbologie, rappresentazioni, memorie, richiami, ha inteso intraprendere un viaggio immersivo in alcuni ambiti della speculazione filosofica gramsciana. L’arte quindi al servizio del pensiero, per affermare che la figura di Gramsci è ancora viva e vitale.
Cultura (…) è comprendere la vita. La recensione teatrale su Emma Gramatica in Casa di bambola e il percorso intellettuale gramsciano sul ruolo dell’educazione nell’emancipazione delle classi oppresse, hanno ispirato Cornelia Badelita. Tele in piccolo formato con elementi in coppia: riflesso e riflessione di persone, oggetti, utensili di lavoro, speculare meditazione su se stessi, per rafforzare un equilibrio di simmetria e stabilità necessario all’emergere dirompente di nuove prospettive.
Cultura (…) è comprendere (la vita e) il posto che vi teniamo. La detenzione di Gramsci trova nell’opera di Antonio La Grotta una fantastica conclusione nella incontenibile presenza dello stesso in territori dove l’intellettuale non è mai stato. Un’esperienza coinvolgente che, tramite la raccolta di cartoline in bianco e nero, riconsegna una postuma libertà all’uomo Gramsci concretizzata in luoghi sperduti dove il suo indimenticato pensiero non ha conosciuto limiti e confini.
Cultura (…) è comprendere i nostri rapporti con gli altri uomini. Simone Martinetto, con una video-installazione e fotografie di tre uomini veri, non attori, affronta il tema delle migrazioni e del lavoro, attualizzando la questione meridionale protagonista delle riflessioni gramsciane. Un’opera di potente carica espressiva che non lascia nessuno disinteressato ai problemi che oggi come ieri contrassegnano la nostra storia affinché ognuno di noi possa dire come Gramsci “Odio gli indifferenti”.
Verso Gramsci CARTEC
Badelita, La Grotta, Martinetto
Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini (...). Antonio Gramsci da Socialismo e cultura, Il Grido del popolo.
Questa pregnante sintesi concettuale, ha guidato le ricerche espressive dei tre artisti, risultando essenziale per una mostra che, attraverso simbologie, rappresentazioni, memorie, richiami, ha inteso intraprendere un viaggio immersivo in alcuni ambiti della speculazione filosofica gramsciana. L’arte quindi al servizio del pensiero, per affermare che la figura di Gramsci è ancora viva e vitale.
Cultura (…) è comprendere la vita. La recensione teatrale su Emma Gramatica in Casa di bambola e il percorso intellettuale gramsciano sul ruolo dell’educazione nell’emancipazione delle classi oppresse, hanno ispirato Cornelia Badelita. Tele in piccolo formato con elementi in coppia: riflesso e riflessione di persone, oggetti, utensili di lavoro, speculare meditazione su se stessi, per rafforzare un equilibrio di simmetria e stabilità necessario all’emergere dirompente di nuove prospettive.
Cultura (…) è comprendere (la vita e) il posto che vi teniamo. La detenzione di Gramsci trova nell’opera di Antonio La Grotta una fantastica conclusione nella incontenibile presenza dello stesso in territori dove l’intellettuale non è mai stato. Un’esperienza coinvolgente che, tramite la raccolta di cartoline in bianco e nero, riconsegna una postuma libertà all’uomo Gramsci concretizzata in luoghi sperduti dove il suo indimenticato pensiero non ha conosciuto limiti e confini.
Cultura (…) è comprendere i nostri rapporti con gli altri uomini. Simone Martinetto, con una video-installazione e fotografie di tre uomini veri, non attori, affronta il tema delle migrazioni e del lavoro, attualizzando la questione meridionale protagonista delle riflessioni gramsciane. Un’opera di potente carica espressiva che non lascia nessuno disinteressato ai problemi che oggi come ieri contrassegnano la nostra storia affinché ognuno di noi possa dire come Gramsci “Odio gli indifferenti”.
WANT YOU FOR MUSEUM'S ARMY
"VERSO GRAMSCI "
Il progetto presentato dalla Fondazione per l'Arte Bartoli Felter vincitore del bando promosso dal Comune di Cagliari- Assessorato della Cultura è incentrato sull' attualizzazione dell’opera di Gramsci ed ha utilizzato luoghi e linguaggi artistici diversi. cercando una sintonia tra etica ed estetica per garantire un alto livello artistico ed educativo.
L'attenzione degli organizzatori si è concentrata su un doppio livello di ricerca al fine di garantire la massima originalità .
La Sardegna, che ha dato i natali a Gramsci, e il Piemonte, in cui è maturato il suo pensiero, sono le aree di sviluppo del progetto attraverso la presenza di giovani artisti provenienti da queste Regioni ; le opere che gli stessi hanno realizzato spaziano dalla pittura alla scultura dalla fotografia al video oltre che alla performance, e troveranno la loro compresenza oltre che il giorno dell'inaugurazione e per tutta la durata della collettiva, anche in altre giornate dedicate in spazi pubblici e privati che i curatori specificamente individueranno nel territorio della Sardegna ed in Piemonte, anche in luoghi aperti tramite la riproduzione delle opere su grandi manifesti, ciò al fine di rendere il progetto fruibile secondo formule di arte pubblica in una sorta di museo diffuso.
Il progetto è caratterizzato quindi dalla sua dinamicità, con percorsi rivolti a varie fasce di studenti e cittadini secondo una logica che permetta di attivare processi di conoscenza e diventare altresì strumento didattico,
Si è ritenuto rimarcare che l'opera di Gramsci non deve ritenersi limitata al sui aspetti ideologici e politici, ma ai contenuti e ideali di valore universale destinati ad un pubblico più vasto: il dibattito sui problemi da lui sollevati vede tuttora il concorso anche di coloro che meno direttamente sono impegnati in specifiche battaglie politiche.
Sulla base di tali premesse il lavoro degli artisti su specifiche indicazioni dei curatori ha inteso attualizzare artisticamente questi concetti al fine di realizzare una vera manifestazione di contemporaneità , ed i linguaggi utilizzati sono espressione fedele del nostro tempo.
Il progetto quindi ha come punto di riferimento la produzione letteraria di Gramsci, dai Quaderni e le Lettere dal carcere, e si è articolato su tre filoni principali:" lavoro", principio fondamentale della libertà dell’uomo, "conoscenza," elemento di promozione sociale;" cultura", attivatore di libertà, con particola, infine, anche il lato personale e umano di Gramsci, la prigionia, il legame con le donne della famiglia e con gi amici e la tensione dialettica che ha contraddistinto la sua esistenza ed ha sottolineato in modo particolare gli aspetti più propriamente umani del pensatore.
Un progetto quindi di comunicazione coordinata che ha garantito la visibilità agli artisti ed agli Enti organizzatori
|
|